Cos’è lo stile Camp? se siete stufi del minimalismo e del monocromo, è il tipo di arredamento che fa per voi.
È sulla bocca di pochi, ma nell’immaginario di molti; definirlo “stile”, nel tentativo di etichettarlo ed inquadrarlo in un sistema, è forse riduttivo e contrapposto alla sua stessa essenza: libera, frivola, sentimentale, spesso contraddittoria. Lo stile Camp è più che tutto un gusto, o meglio, una sensibilità – nonché una forma di estetismo decisamente “anti-Minimal”– mossa dall’amore per l’innaturale, l’ambiguità e l’androginia, per l’artificio, la stravaganza e l’eccesso. Camp è una visione estetizzante del mondo, una sorta di trompe l’oeil che incarna la vittoria dello stile sul contenuto, dell’estetica sulla morale e dell’ironia sulla tragedia. Il tutto si riassume in un consapevole e sofisticato uso del kitsch applicato all’arte, alla cultura e al design.
Tra le arti più affini al gusto Camp vi è quella decorativa: gli elementi riguardanti il dècor visivo – prevalentemente tessuti e arredi – costituiscono una parte importante e caratterizzante della sua estetica. Un esempio di Camp nell’industria del fashion è senz’altro Gucci, che sotto la direzione artistica di Alessandro Michele dal 2015, sta contribuendo alla diffusione di questa estetica. Camp: Notes on fashions è stato anche il tema del Met Gala di quest’anno, con una mostra dedicata.

Estetica Camp nel design degli interni

Lo stile Camp nel design degli interni concepisce la casa come una Wunderkammer, ovvero una stanza delle meraviglie, dove vengono fieramente esposte collezioni di ammennicoli, bizzarrie e prendipolvere provenienti da tutto il mondo. Non mancano, appunto, riferimenti ad altre culture – ad esempio quella orientale – accostati a tessuti sfarzosi, floreali e geometrici: il tutto su uno sfondo di elaborate carte da parati. Arredare secondo lo stile Camp non è soltanto collezionare oggetti strani, giocare con diversi pattern, colori e geometrie: significa, in primis, saper cogliere il lato ironico della vita.

Storia dello stile Camp

La storia del Camp affonda le radici tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo: il Rococò, la simmetria e il gusto per il pittoresco sono caratteristiche che gli appartengono. Questo gusto si reincarna successivamente nel dandy ottocentesco, fino a sbocciare nel suo massimo splendore con l’Art Nouveau, verso la fine del secolo. Quest’ultimo è uno dei migliori esempi di Camp, poiché ci permette di esaminare come questa sensibilità sia consapevole del duplice senso delle cose: basti pensare ai lampioni di Hector Guimard che sembrano piante fiorite, disegnati per gli ingressi delle metro parigine nei primi del ‘900. Il fenomeno Camp si ripresenta negli anni ’60, attraverso la rivalutazione delle culture popolari e l’influenza del capitalismo nella società e nella cultura  – Pop Art – fino ad arrivare negli anni ’80: periodo in cui ideali come razionalità, oggettività e progresso tipici della modernità, vengono messi in crisi dal pensiero postmoderno, che s’interroga sulla loro reale esistenza.

Oggi il Camp si traduce in una sorta di dandismo contemporaneo nell’epoca della cultura di massa, tra piaceri più comuni e oggetti prodotti in serie. Non si parla più di aristocrazia culturale, della raffinatezza distaccata e del disprezzo tipici della figura del dandy del XIX secolo. Il nuovo dandy ora ride di gusto, non storce più il naso ed è meno soggetto a svenimenti. L’estetica Camp contemporanea si affianca al buon gusto in maniera ironica, leggera e spiritosa, danzando a piedi scalzi nel crepuscolo del mondo.

Nella prossima gallery, per darvi qualche ispirazione, noi di Selva abbiamo studiato quattro moodboard in stile Camp, con mobili e brand che potete trovare nei nostri show-room.

Da sinistra: Poltrona “D.154.2” – Molteni&C. | Tavolino “Il piatto è servito” – MOGG | Appliques “Button” – Baxter | Divano “Milano+” – Zanotta | Tappeto “Pietro” – MOGG | Lampada “Twiggy” – Foscarini | Boiserie “Screen” – Moteni&C. | Specchio “Milo” – Zanotta | Sedia “Fenis” – Zanotta | Contenitore “Snow.White” – Opinion Ciatti | Appendiabiti “Chaperon” – Opinion Ciatti | Carta da parati “Nomade” – Wall&Deco

 

moodboard stile camp arredamento
Da sinistra: Cabinet “Plisse” – Baxter | Poltrona “Manila” – Baxter | Divano “Tactile” – Baxter | Tavolini “XXX” – Opinion Ciatti | Appliques “Foliae” – Opinion Ciatti | Divisorio “Mantice” – Baxter | Tappeto “Stripe” – Molteni&C. | Poltrona “Nepal” – Baxter | Carta da parati “La vie en rose” – Wall&Deco

 

moodboard stile camp arredamento
Da sinistra: sedie “Oliva” – Zanotta | Tappeto “Firenze” – Opinion Ciatti | Tavolino “Trienna” – Artek | Madia “Plisse” – Baxter | Lampada “Papavero Raggiante” – Opinion Ciatti | Libreria “Joy” – Zanotta | Poltrona “Pochette” – Baxter | Tavolino “D552” – Molteni&C. | Carta da parati “The way out” – Wall&Deco

 

moodboard stile camp arredamento
Da sinistra: Baule “Vendome” – Baxter | Poltrona “Guelfo Chair” – Opinion Ciatti | Lampada “Blade” – Baxter | Tappeto “Briscola” – MOGG | Letto “Il Letto” – Opinion Ciatti | Tavolino “Loren” – Baxter | Lampada da tavolo “Blade – Baxter | Carta da parati “Border Lines” – Wall&Deco

 

Bibliografia:
Susan Sontag, Notes on Camp, 1964, Penguin Modern.
Kerry Mallan & Roderick McGillis, Camp Aesthetics and Children’s Culture, 2005.

Lo stile Camp: approfondimenti

Libri
Susan Sontag, Notes on Camp, 1964, Penguin Modern.
Andrew Bolton, Camp: Notes on fashion, 2018, The Met.
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1890, Feltrinelli.

Film
Federico Fellini, La dolce vita, 1960.
John Waters, Pink flamingos, 1972.
Quentin Tarantino, Pulp Fiction, 1994.

Lo stile Camp: il “nuovo” antidoto al minimalismo e al monocromo ultima modifica: 2019-11-08T15:27:25+01:00 da Giulia Martini

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